mercoledì 3 giugno 2015

Letture teatrali tratte da: Aspasia, storia di una donna, Castello del Cassero Camerata Picena 30 maggio 2015


Per uno scrittore, le emozioni si rincorrono numerose: l'impazienza di mettere su carta le prime parole, ancora barcollanti, la paura di riempire quel bianco del foglio davanti a sé, la soddisfazione di vedere un racconto prendere vita, acquisire pian piano quella forma, a lungo solo pensata. Eppure, nessuna può essere paragonata a quella di mettere in scena la propria opera: dalla pagina, parole, sospiri e carezze diventano volti, sguardi, mani che si sfiorano e voci che si uniscono. La commozione è tanta: improvvisamente, Aspasia non è solo un personaggio, una creatura letteraria tratteggiata fra un capitolo e l'altro, ma una donna, in carne ed ossa. Piange, sospira, si infiamma d'amore, ricorda la sua infanzia lontana. Accanto a lei c'è Pericle, il suo compagno, l'uomo che le ha cambiato la vita. Quando lo descrivevo proteggere la sua donna, vegliare sul suo cammino e destreggiarsi, mi immaginavo come sarebbe stato vederlo in azione: socchiudevo gli occhi e mi compariva davanti, staccandosi lentamente dalle pagine appena scritte. Stavolta, non avrei dovuto affidarmi alla mia fantasia: Pericle ritornava dalle ombre della storia e dell'oblio, offrendosi al pubblico nelle vesti di un semplice uomo innamorato. Si infiamma in tribunale, consola  Aspasia, discute di politica e parla del destino di Atene: il pubblico segue la sua vita, costellata di successi e tragedie, e non può non sentirsene intimamente coinvolta. Ed è forse questa la lezione più grande che uno scrittore possa mai ricavare da una giornata come questa: il potere dell'arte non smetterà mai di affascinare gli uomini e restituirci un po' di quell'incantato stupore di cui noi tutti  avremmo bisogno, nella nostra vita.
Cecilia Cozzi
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Sergio Rinaldoni (Pericle), Tiziana Schiavoni (Aspasia), Fabio Serpilli (Alcibiade e Aristobulo), Silvano Fabiani (Ippodamo), interventi di Cecilia Cozzi, regia e adattamento di Paolo Brugiati.

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