mercoledì 17 giugno 2015

"Aspasia, una donna da ammirare ed emulare" di Claudia Piccinno dall'Oceano nell'anima, Osservatorio Culturale



Claudia Piccinno
Un libro che già nel titolo racchiude un mondo, un titolo che lascia trapelare come questo libro sia il frutto di ricerche e studio, sebbene l'idea fosse nata quando Cecilia era ancora una studentessa di prima media. L'autrice infatti non è una delle tante scrittrici che nascono a grappolo e pullulano nel social network, ma una giovane studiosa con laurea triennale in storia greca che ha perseguito un'intuizione dedicandole anni di studio e sacrifici.

Cecilia Cozzi da bambina fu letteralmente stregata da un trafiletto del suo libro di storia in cui si nominava Aspasia, la compagna di Pericle e ce la restituisce in un romanzo incantevole.

Aspasia di Mileto, rimasta orfana di madre, approda ad Atene col padre, ed è subito chiaro a Pericle, a Socrate, ad Anassagora e A Erodoto la differenza tra questa fanciulla ionica e dall'eloquio brillante e le donne ateniesi dedite alla tessitura e alle chiacchiere del gineceo.

È per questa sua diversità che ella viene osteggiata dagli Ateniesi e ingiustamente accusata di costumi illeciti e lussuriosi. Aspasia subì un processo da cui fu assolta, ma fu sempre messa a dura prova dalle leggi ateniesi per le quali lei restava una straniera. Essa è tratteggiata abilmente nelle sue vicende amorose di donna, di figlia prima, di amante e madre poi.

Ma non è stata solo questa Aspasia ad affascinare l'autrice quanto quella donna colta che godette della stima dei filosofi del tempo per la sua perspicacia, la sua preparazione e le sue capacità dialettiche. Aspasia fu la Musa, ma soprattutto la guida politica di Pericle ed è questa la donna che ha conquistato anche me e che credo conquisterà i lettori. Aspasia incarna nel V sec a. C. il prototipo di donna moderna, emancipata e colta che sa affrontare i colpi bassi della vita, seguendo il suo intuito oltre che la logica.

Malgrado ciò deciderà di non assecondare l'intuito, patendo il dolore più grande della sua vita quando si rende conto che il suo bene privato e i suoi affetti vanno sacrificati per il bene della collettività, la stessa collettività che l'ha sempre ripudiata, ma che il suo uomo adorava quanto amava lei. Questa è la grande lezione di onestà e dignità che la scrittrice ha affidato alla protagonista e trovo quanto mai attuale e auspicabile l'esempio di questa straniera che usa il suo carisma e la sua cultura per favorire pace e integrazione laddove regnava il pregiudizio e l'ostracismo.

"Aspasia, una donna da ammirare ed emulare"
Claudia Piccinno   
L'Oceano nell'Anima
Claudia Piccinno nasce a Lecce nel 1970, ma si trasferisce giovanissima in Lombardia e poi in Emilia Romagna dove attualmente vive e insegna in una scuola primaria. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, pur scrivendo da sempre, solo dal 2011 inizia a partecipare ai concorsi letterari e ad ottenere numerosi riconoscimenti.

Presente in circa quaranta raccolte antologiche, già membro di giuria in tre concorsi letterari, ha al suo attivo le seguenti pubblicazioni
- silloge “La sfinge e il pierrot”, Aletti Editore, 2011
- silloge “Potando l’euforbia” in Transiti Diversi, Rupe Mutevole Edizioni, 2012
- silloge “Il soffitto, cortometraggi d’altrove”, La Lettera Scarlatta Edizioni, 2013, tradotta anche in lingua inglese (maggio 2014) e in serbo “Tabahnha” ed.Majdah (luglio 2014)

Collabora ad alcune riviste on line e a blog letterari. Ottiene premi di rilievo tra cui il Premio letterario internazionale “Città del Galateo” 2013 e il premio internazionale d’arte “Saltino di Vallombrosa” 2014. Premio speciale della giuria al “Premio Vitruvio” 2014, al “Premio Tulliola” 2014 e al concorso internazionale “Guerrato” 2014.


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