Che lo si voglia ammettere o no, nessuno resiste alla magia e al richiamo dell'immaginazione. Ad occhi chiusi o aperti, mentre precipitiamo nel regno di Morfeo o veniamo risucchiati dai nostri millemila impegni quotidiani, non rinunciamo a lasciarci cullare da quelle immagini della consistenza etera di una nuvola, con cui fantastichiamo sul futuro e lasciamo prendere il volo al nostro cuore.
Se ce lo chiedessero, risponderemmo che l'essenza più intima della nostra felicità, sarebbe vedere
quelle immagini diventare realtà, la nostra realtà. Eppure, capiamo solo crescendo che la vita ha in serbo molto di più e quei frammenti di sogno non sono altro che pallidi negativi di ciò che ci renderà davvero appagati. Proprio quando pensavamo di non poter chiedere altro, la vita, da brava prestigiatrice, tirerà fuori dal suo variopinto cilindro di imprevisti ed avventure molto di più di quanto avremmo mai osato sperare.
Anche su di me la vita ha provato il suo numero di magia. Chiudendo gli occhi, mi rivedo ancora, nella mia ingenuità di ragazzina, con un libro di mitologia greca in mano: tutto è cominciato così, fra quelle pagine di un libro dimenticato da tutti in un piccolo scaffale di una biblioteca. Zaino in spalla, vocabolario in mano, cominciavo allora il mio percorso, una entusiasmante ed impegnativa salita con tanti interrogativi ed una sola certezza: quel viaggio verso il passato avrebbe definitivamente cambiato il mio futuro. E così è stato, anche se non avrei mai potuto immaginare fino a che punto.
Oggi, posso dire che quella ragazzina fantasiosa e curiosa, con mille domande in testa e poche risposte in tasca, rivive nei ricordi e nel luccichio degli occhi della ventiquattrenne Cecilia, pronta a fare i bagagli per una nuova avventura: il dottorato in Classics alla University of Cincinnati, in Ohio. Se me lo avessero raccontato anche solo qualche mese fa, non ci avrei certo creduto: dalle spiagge di Falconara della mia infanzia ai grattacieli di Cincinnati, qualche anno e sacrificio dopo, chi lo avrebbe mai detto? Di sicuro, la capacità di sognare in grande non mancava, ma non potevo intuire fin dove mi avrebbe portato, quali mondi mi avrebbe fatto scoprire, a patto che avessi perseverato e non mi fossi mai tirata indietro. Spesso mi ero domandata se ne valesse la pena, se il percorso intrapreso si sarebbe rivelato, alla fine, quello giusto per me. Ed ora, eccoci qua, con una nuova meta da conoscere, davanti alle pagine bianche di un nuovo, entusiasmante capitolo, il quarto in terra nordamericana, tutto da scrivere. Cincinnati, amena città dell'Ohio, patria dei Bearcats e della più vasta biblioteca del Nord America, non era il finale che mi aspettavo di leggere: sembra piuttosto uno di quei colpi di scena che non ti aspetti, che all'inizio ti sorprendono e fanno nascere mille domande, ma poi ti lasciano senza parole, ti tolgono il fiato e ti fanno divorare le pagine rimanenti per sapere cosa succederà. Chissà cosa avrà in serbo per me il midwest americano, ma sono sicura che, anche stavolta, la mia immaginazione si lascerà superare dalla bellezza e dalla imprevidibilità della vita.
Ed in attesa che le carte si mescolino di nuovo e la prossima mano abbia inizio, mi ritrovo a pensare a quanto sia bello, per una volta, farsi smentire e lasciarsi guidare dove non avremmo nemmeno osato arrivare.
Cecilia Cozzi
Nessun commento:
Posta un commento