venerdì 29 dicembre 2017

Yes, we can!


yes we can
Quando ero piccolina, rimanevo estasiata di fronte ai grattacieli che apparivano, di tanto in tanto, nei film: alti e svettanti, cosparsi di luci e circondati dal buio della notte, mi incuriosivano e mi affascinavano, facendomi domandare come sarebbe stato vederli dal vivo. Non avrei mai potuto immaginare che, un giorno, molti anni dopo, quei grattacieli sarebbero stati lo sfondo che accompagnava le mie giornate, I silenziosi compagni di una nuova, eccitante avventura, targata USA.
E allo stupore di poterli ammirare ogni giorno, si univa l'incertezza, la paura di ricominciare in un nuovo mondo, pieno di bellezze, ma anche di stridenti contraddizioni.
Ne sarei stata capace? Ne avrei superato le sfide? Queste e molte altre domande si rincorrevano nella mia mente, rendendo la maestosità di quei grattacieli, d'un tratto, insidiosa. Vivevo, dentro di me, lo stesso impasse di uno scrittore alle prese con un nuovo romanzo, attratto, ma, al contempo, spaventato da quella prima pagina, vuota, bianca, tutta ancora da riempire, fra timidi tentativi e grandi cancellature.
Allora, mi ricordai ciò che ogni buon equilibrista sa: mentre si è sospesi, fragili, su una corda a qualche metro d'altezza, il miglior modo per non cadere è quello di muoversi. Andare avanti, anche e soprattutto se il filo pare troppo esile e sembrerebbe cedere da un minuto all'altro. Camminare, un passo alla volta, perché è solo fermandosi che la corda oscillerebbe così tanto da farci cadere.  E così ho fatto, convinta che ormai non si potesse più tornare indietro. Scoprendo, poi, che quel nuovo capitolo sarebbe stato scritto con molta più scioltezza e facilità di quanto immaginassi. E che tante difficoltà, immaginate o intuite, si sarebbero poi sciolte come neve al sole. Alla fine, il più grande ostacolo fra me e quello sfondo di grattacieli imponenti che mi stava aspettando si rivelò essere il mio timore. La paura accompagna ogni essere umano, ma non dovrebbe mai farci dimenticare quanto di grande e di bello ci sia in ognuno di noi. Ognuno ha, dentro di se, molte più risposte ai nostri interrogativi di quanto immaginiamo. E, forse, invece di farci guidare dalla paura, dovremmo inseguir un altro, potentissimo motore: l'immaginazione. Quella che ci fa sognare frammenti di un futuro, quella che ci fa apparire vicino e palpabile ciò che abbiamo finora solo sognato. È solo immaginandoci un avvenire diverso che potremo trovare la forza e la determinazione per sconfiggere piccoli e grandi inciampi di ogni giorno.
Si dice che l'immaginazione sia un retaggio dell'infanzia, una buona abitudine da rispolverare con il luccichio sfavillante del Natale. Per me, invece, l'immaginazione non ha età e dovrebbe farci compagnia tutto l'anno, anche quando smettiamo di aspettare, trepidanti, Babbo Natale, cominciando a credere di più in noi stessi.
Yes, we can!, recitava un popolare slogan politico di qualche anno fa. Si, tutti noi possiamo, con tanta determinazione e un pizzico di immaginazione.