Nella vita, i traguardi migliori, i successi più insperati giungono
così: inaspettati, inattesi, ci ricordano la bellezza
dell'imprevedibile, di quelle sorprese che, puntualmente, smentiscono
ogni nostra convinzione precedente. E ci fanno capire come i sentieri
della vita che non ci aspettavamo di percorrere siano gli stessi a
regalarci le soddisfazioni più grandi o le consapevolezze più profonde. Quando cominciai la stesura del romanzo di Aspasia, nelle calde giornate
di un'estate tanto attesa, credevo di dare corpo e voce ad un sogno, a
delle immagini che avevano sempre popolato la mia fantasia, acceso la
mia immaginazione: sembrava quasi di condividere una parte di sé, di
portare a compimento qualcosa che mi ronzava da troppo tempo in testa.
Ma non potevo immaginare che quel libro, quelle pagine in cui avevo
racchiuso l'essenza di me stessa, mi avrebbero mai portato a tanto:
tutto sembrava il semplice divertimento di una ventenne in ozio, un
vezzo da mostrare agli amici o lasciare custodito in un cassetto, e
invece mi sbagliavo.
Lascia che siano solo la tua passione e i tuoi sogni a guidarti: è solo così che otterrai le ricompense più grandi
domenica 21 giugno 2015
mercoledì 17 giugno 2015
"Aspasia, una donna da ammirare ed emulare" di Claudia Piccinno dall'Oceano nell'anima, Osservatorio Culturale
Claudia Piccinno |
Cecilia Cozzi da bambina fu letteralmente stregata da un trafiletto del
suo libro di storia in cui si nominava Aspasia, la compagna di Pericle e
ce la restituisce in un romanzo incantevole.
mercoledì 3 giugno 2015
Letture teatrali tratte da: Aspasia, storia di una donna, Castello del Cassero Camerata Picena 30 maggio 2015
Per uno scrittore, le emozioni si rincorrono numerose: l'impazienza di mettere su carta le prime parole, ancora barcollanti, la paura di riempire quel bianco del foglio davanti a sé, la soddisfazione di vedere un racconto prendere vita, acquisire pian piano quella forma, a lungo solo pensata. Eppure, nessuna può essere paragonata a quella di mettere in scena la propria opera: dalla pagina, parole, sospiri e carezze diventano volti, sguardi, mani che si sfiorano e voci che si uniscono. La commozione è tanta: improvvisamente, Aspasia non è solo un personaggio, una creatura letteraria tratteggiata fra un capitolo e l'altro, ma una donna, in carne ed ossa. Piange, sospira, si infiamma d'amore, ricorda la sua infanzia lontana. Accanto a lei c'è Pericle, il suo compagno, l'uomo che le ha cambiato la vita. Quando lo descrivevo proteggere la sua donna, vegliare sul suo cammino e destreggiarsi, mi immaginavo come sarebbe stato vederlo in azione: socchiudevo gli occhi e mi compariva davanti, staccandosi lentamente dalle pagine appena scritte. Stavolta, non avrei dovuto affidarmi alla mia fantasia: Pericle ritornava dalle ombre della storia e dell'oblio, offrendosi al pubblico nelle vesti di un semplice uomo innamorato. Si infiamma in tribunale, consola Aspasia, discute di politica e parla del destino di Atene: il pubblico segue la sua vita, costellata di successi e tragedie, e non può non sentirsene intimamente coinvolta. Ed è forse questa la lezione più grande che uno scrittore possa mai ricavare da una giornata come questa: il potere dell'arte non smetterà mai di affascinare gli uomini e restituirci un po' di quell'incantato stupore di cui noi tutti avremmo bisogno, nella nostra vita.
Cecilia Cozzi
SFOGLIA L'ALBUM FOTOGRAFICO |
Sergio Rinaldoni (Pericle), Tiziana Schiavoni (Aspasia), Fabio Serpilli (Alcibiade e Aristobulo), Silvano Fabiani (Ippodamo), interventi di Cecilia Cozzi, regia e adattamento di Paolo Brugiati.
Iscriviti a:
Post (Atom)